Impressioni desertiche

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Un concentrato di vita selvaggia pressato sottovuoto e sparato nei cieli, disperso nella bassa vegetazione tra lingue di terra bruciata.
Questo è il deserto al confine tra USA e Messico.


Camminando sui sentieri non è raro imbattersi nel serpente a sonagli, o in una bestia pelosa a otto zampe che danza tra gli arbusti; solo alcune delle forme di vita che partecipano alla ricchezza e allo sconfinamento di questi luoghi.


All’improvviso il roadrunner (Beep Beep!) parte in uno scatto, altri pennuti si lanciano in volo, dissolvendosi allo sguardo in una macchia di colori; subito torna la calma, rotta di tanto in tanto dalle folate del vento, e dai foschi battiti d’ala degli avvoltoi, che con i loro occhi vuoti riducono a carcassa il vivente.


Dove sembra non nasca nulla, esplodono lampi rosa, rosso corallo, giallo arancio: sono i fiori dei cactus, pennellate di un pittore folle che aveva in mente solo la vita, la lotta, il sangue.


Da un’altura fanno capolino un paio di lunghe orecchie pelose, in ascolto di predatori distanti. È il jackrabbit, un coniglietto premuroso; quando fa buio, i fari dell’auto illuminano un’ombra sfuggente, al lato della strada: il coyote scivola nella notte, vicino alle case, in cerca di cibo.

Rimane impresso sottopelle il deserto.
Santificato nel cinema dal campo lungo; demonizzato dalla scienza come il destino prossimo dell’umanità: l’incubo della desertificazione.

Una forma dello spazio diametralmente opposta alle nostre colline e pianure. Contraria a quel valore di armonia e finitudine a cui associamo la bellezza.

Il deserto non sta ad indicare il confine, no. È proprio il Confine: là ci sono i leoni e le belve, il non-vivente. Là c’è l’Altro. Possibilmente morto, o mortale. Finché non si va lì a vedere.

Queste zone desertiche sono oggi teatro di una frontiera mai estinta: il progetto del grande muro tra Texas e Messico sembra aver ritrovato vigore. Non basta il deserto, ci vuole anche la Fortezza Bastiani per sorvegliarlo, tenerlo a bada.

Ma la vita, nonostante tutto, continua a crescere laggiù.

Continua, lottando, a trovare la sua strada.

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